I mezzi aerei

La Regia Marina non possedeva velivoli offensivi. In base alla Legge n. 98 del 6 gennaio 1931 sul nuovo ordinamento della Regia Aeronautica (costituita come Forza Armata nel 1923) tutti i reparti aerei, compresi quelli cooperanti con le altre Forze Armate, erano stati unificati nella Regia Aeronautica. Rispetto al precedente ordinamento del 1925 i compiti dell’aviazione “per” la Regia Marina erano stati limitati alla sola ricognizione ed erano stati abrogati i compiti di protezione del traffico marittimo e di difesa delle coste metropolitane e coloniali. I piloti provenivano dai quadri della Regia Aeronautica mentre gli osservatori erano ufficiali di Marina. Gli aerei cioè appartenevano all’Aeronautica ma dipendevano operativamente dalla Marina.

Tale normativa era stata riconfermata con il successivo ordinamento (Regio Decreto-Legge del 22 febbraio 1937 n. 220 convertito nella legge n. 1501 del 22 giugno 1937).

Nel giugno del 1940 l’aviazione per la Regia Marina era suddivisa in una componente da ricognizione marittima ed in una componente imbarcata. Alla ricognizione marittima erano assegnati 237 idrovolanti: 202 Cant Z.501 (più 5 in A.O.I.) e 30 Cant Z.506, questi ultimi appartenenti agli ormai anacronistici stormi da bombardamento marittimo in via di riconversione. Il Cant Z.501 “Gabbiano” era un monomotore a scafo centrale dalla notevole autonomia ma lento, scarsamente armato e poco adatto al mare grosso. Il Cant Z.506 “Airone” era invece un trimotore a due scarponi che superava le limitazioni del Cant Z.501, in particolar modo per la sensibile capacità di carico. All’aviazione ausiliaria però, malgrado le crescenti necessità di lotta ai sommergibili, sarebbe stato assegnato solo il ruolo di sorveglianza e non quello offensivo. Una volta segnalata la presenza di sommergibili nemici, con fumate o tiro delle armi, per mancanza di apparati per il collegamento in fonia, l’attacco era demandato alle unità navali di superficie. Per tale motivo nessun sommergibile Alleato sarebbe stato perso per azione aerea (malgrado il 70% delle missioni avesse avuto finalità antisom), e questa condotta operativa avrebbe contribuito al successo dei battelli avversari responsabili del 56% del tonnellaggio dell’Asse affondato in navigazione (esclusi autoaffondamenti e cause accidentali) dagli Alleati (biblio 32).

La componente imbarcata era invece costituita da 105 biplani Ro.43, di cui 44 in carico alle unità da guerra maggiori (due o tre per ciascuna), ad eccezione delle corazzate rimodernate. I Ro.43 erano dei piccoli idroricognitori (a scarpone centrale e galleggianti sub-alari) catapultabili da bordo delle navi, anche ferme, ma non recuperabili dalle stesse dopo il lancio.

Esisteva una sola nave, il Miraglia, in grado di trasportare idrovolanti (diciassette), di lanciarli a mezzo catapulte, e di recuperarli con apposite gru. Le sue limitate prestazioni operative ne impedivano, però, l’impiego con la squadra da battaglia.

I mezzi aerei destinati all’offesa erano invece in organico all’Aeronautica che solo tardivamente aveva iniziato a convertire in specialità più adeguate ad operare contro le navi quella del bombardamento marittimo. Al momento dell’entrata in guerra la Regia Aeronautica possedeva un solo apparecchio siluratore sperimentale (il trimotore terrestre S.M. 79 che sarebbe diventato il velivolo caratteristico della nuova specialità). Al Reparto Speciale Aerosiluranti costituitosi a fine luglio del 1940 (divenuto prima squadriglia sperimentale e denominata ufficialmente 278ª dal 10 febbraio 1941) ne sarebbero seguite altre 10 nel corso del 1941. Alla fine del 1942 vi erano nove gruppi aerosiluranti autonomi. Il rendimento operativo della specialità però si sarebbe rivelato paradossalmente inversamente proporzionale al crescere dei reparti. Il valore del rapporto tra tonnellaggio colpito (danneggiato e affondato) ed attaccanti era decresciuto fortemente dal 1940 al 1942. In particolare, i risultati conseguiti nel 1942 erano in valore assoluto dimezzati rispetto al 1941, pur in presenza di un numero quasi doppio di reparti operanti.

Per quanto riguarda il bombardamento a tuffo la Regia Aeronautica non sarebbe riuscita a mettere in linea un aereo nazionale dalle prestazioni soddisfacenti ricorrendo nel corso della guerra al tedesco Ju 87 Stuka.