Fra la Grande Guerra e la caduta di Wall Street

James Stewart fu rimpatriato nel 1914, poco prima del grande conflitto mondiale. Per Monfalcone non furono anni facili. Così come non lo furono per i Cosulich. Né per il Cantiere. Distrutto dai bombardamenti, lo si ricostruì. La produzione ripartì, ma quando, davanti a un brusco calo nella domanda di naviglio, essa dovette fare i conti con la crisi delle commesse, fu allora che si pensò a una riorganizzazione interna con la creazione delle Officine Ferroviarie, nel 1921, di quelle Elettromeccaniche, nel 1922, delle Officine Aeronautiche, nel 1923. Intanto, nel 1919, l’Unione Austriaca di Navigazione aveva, sotto la direzione generale di Alberto Cosulich e quella tecnico-commerciale di Antonio Nicolò, secondogenito di Callisto, cambiato la propria ragione sociale in quella di Cosulich Società Triestina di Navigazione. Seppure su scala ridotta, la nuova società aveva riaperto i servizi commerciali e le rotte passeggeri per gli Stati Uniti e il Sud America. Anche il Kaiser Franz Joseph I aveva ripreso il mare, benché con il nome di Presidente Wilson. Negli anni Venti la produzione fu in linea di massima caratterizzata dalla costruzione di bacini galleggianti, chiatte, motonavi miste e da carico, motoscafi passeggeri, piroscafi cisterna e da carico, posamine, rimorchiatori, sommergibili. Né vennero a mancare unità di pregio, come il mercantile Mauly, il piroscafo cisterna Dora e il sommergibile Vettor Pisani, consegnato alla Regia Marina il 15 giugno del 1929.

Nel 1929 l’onda lunga del crollo di Wall Street investì l’Europa, abbattendosi anche sull’industria monfalconese, già messa a dura prova dalla struttura del mercato italiano e dalla organizzazione interna dei principali nuclei produttivi. Anche la società dei Cosulich conobbe le sue traversie. Con il fallimento della Banca Commerciale Triestina, che fino ad allora aveva contribuito a reggerne le sorti, la maggioranza delle azioni furono rilevate dalla Banca Commerciale Italiana, insediatasi a Trieste sin dal dopoguerra. Ciò condusse, il 6 novembre del 1929, a un riordino della dirigenza della Cosulich Società Triestina di Navigazione. Assicuratosi il controllo del Cantiere Navale Triestino, nonché quello dei cantieri di Muggia e Trieste, l’istituto milanese riorganizzò il settore, dando vita, nel 1930, alla società anonima per azioni Cantieri Riuniti dell’Adriatico.

Articolo di «Diacronie. Studi di Storia Contemporanea»[1] N° 12, 4| 2012 - Sulle tracce delle idee; pubblicato sotto Licenza Creative Commons (CC BY-NC-ND 2.5), riprodotto secondo le indicazioni dell’Editor ovvero “a patto di citarne l’autore e la fonte originaria, di non modificarne i contenuti e di non usarli per fini commerciali. La citazione di estratti è comunque sempre autorizzata, nei limiti previsti dalla legge”.

di Stefania Elena Carnemolla