Il contributo del Regio Esercito alla protezione del traffico

Il 5 luglio 1941 il Comando Supremo, vista la crescente minaccia dei sommergibili nemici specie nel Tirreno e constatata la situazione della ricognizione marittima falcidiata in un anno di operazioni, aveva consigliato di far concorrere la ricognizione terrestre (Osservazione Aerea) alla esplorazione, limitatamente alle rotte costiere. L’adesione di Esercitavia, l’Aviazione per il Regio Esercito, non poteva mancare, anche perché sul suolo metropolitano stazionavano inoperose varie squadriglie O.A. Il 18 luglio veniva concordata una vigilanza antisom fino a 10 miglia dalla costa con l’impiego dei bimotori Ca.311 (in quanto capaci di trasportare un carico bellico) e proponendo per gli osservatori la frequenza d’un breve corso ad hoc. S’instaurava così un’altra prassi che, al pari di tanti casi analoghi in altri settori dello sforzo bellico, sarebbe andata al di là delle iniziali limitazioni, tanto in durata quanto nell’impiego dei mezzi, protraendosi sino al termine delle ostilità e vedendovi impegnati anche i biplani Ro.37 ben oltre le 10 miglia dalla costa.

Il contributo dell’O.A. alle “battaglie dei convogli” sarebbe stato comunque trascurabile. Complessivamente l’Osservazione Aerea avrebbe accumulato 9.330 ore di volo per missioni belliche, tra il 10 giugno 1940 e il 30 aprile 1942 (biblio 37, pag.459).