Monfalcone, storia di un cantiere navale

Articolo di «Diacronie. Studi di Storia Contemporanea»[1] N° 12, 4| 2012 - Sulle tracce delle idee; pubblicato sotto Licenza Creative Commons (CC BY-NC-ND 2.5), riprodotto secondo le indicazioni dell’Editor ovvero “a patto di citarne l’autore e la fonte originaria, di non modificarne i contenuti e di non usarli per fini commerciali. La citazione di estratti è comunque sempre autorizzata, nei limiti previsti dalla legge”.

di Stefania Elena Carnemolla

Abstract: Le navi continuano a essere costruite, a Monfalcone, nel grande stabilimento che guarda verso Trieste. Sono ormai trascorsi più di cento anni da quando la famiglia Cosulich, originaria dell’isola di Lussino, nel golfo del Quarnaro, vi avviò la costruzione di un cantiere dalle alterne vicende e tuttavia destinato a lasciare una traccia nella storia dell’industria navale italiana, grazie, soprattutto, alle navi passeggeri, nonché alle tante unità da carico e militari. Il presente articolo ripercorre le vicende di questo storico cantiere navale, affiancando alla narrazione una ricchissima documentazione fotografica.


Keywords: Monfalcone, nautical industry, shipbuilding, Cosulich family, Trieste

Stefania Elena Carnemolla

Laureatasi presso l’Università degli Studi di Pisa con una tesi sulla storia dell’espansione portoghese in Asia, è stata borsista della “Fundação Calouste Gulbenkian” di Lisbona e di altre istituzioni portoghesi, occupandosi in questa veste di storia dei rapporti fra Portogallo e realtà extraeuropee. Autrice di saggi e pubblicazioni, dal 2005 è anche giornalista pubblicista. Nel 2008 un suo servizio ha ricevuto una menzione speciale al “Premio Internazionale di Giornalismo della Repubblica di San Marino”. Nel 2009 una sua prima inchiesta sui crimini nazisti di Bielorussia nei confronti prigionieri di guerra italiani ha ricevuto menzione al “Premio Auschwitz”. Nell’ottobre del 2011 è stata nominata advisor della “European Holocaust Research Infrastructure” collegata allo “Institute for War, Holocaust and Genocide Studies” della Royal Academy of Arts and Science di Amsterdam. Da tempo si occupa di crimini nazisti in Bielorussia contro prigionieri di guerra italiani, non ultimo attraverso l’analisi dei documenti del KGB bielorusso.