Ferite di guerra

Nel 1939 la Finmare approvò un programma di ammodernamento della propria flotta. Rientrò in questo contesto la Calino, motonave mista di 5.185 tsl ordinata dalla Adriatica Società Anonima di Navigazione di Venezia per i servizi sovvenzionati con l’Egitto e il Levante. Con buona capacità di stiva, ottime sistemazioni passeggeri, arredata con lusso e razionalità, fu varata il 12 agosto del 1939. Tenuta in disarmo a Venezia, fu requisita dalla Regia Marina. Trasferita a Napoli, il 5 novembre del 1940 partì in convoglio alla volta di Tripoli, Bengasi, Tobruk per una prima missione di guerra. Affondò il 10 gennaio del 1943 a seguito dell’urto contro una mina ancorata al largo di Punta Campanella, lungo la costa tirrenica, vanificando i soccorsi del cacciatorpediniere Vincenzo Gioberti, a cui tuttavia riuscì di mettere in salvo alcuni naufraghi.

La Andrea Gritti con le sue 6.405 tsl era stata progettata come motonave da carico per la Società Italiana d’Armamento di Fiume. Consegnata nel luglio del 1943, fu tuttavia requisita dalla Regia Marina. Restituita nell’agosto del 1945, fu adattata al trasporto di emigranti. Compì il suo viaggio inaugurale da Genova a Buenos Aires il 12 agosto del 1946. Fu, la sua, la prima partenza di una nave passeggeri italiana nel dopoguerra.

Il 20 ottobre del 1941 fu varata la motonave passeggeri Ausonia destinata alla flotta della Adriatica Società Anonima di Navigazione di Venezia in sostituzione di una turbonave dello stesso nome incendiatasi nel 1935 nel porto di Alessandria d’Egitto. La nuova Ausonia non ebbe miglior sorte. Rinacque come Esperia nel 1949 dopo essere rimasta rovesciata su un fianco all’interno del Cantiere. Di 9.314 tsl, sobria ed elegante al tempo stesso, dalla prua slanciata, poppa tipo incrociatore, sovrastrutture centrali sormontate da un solo fumaiolo, disponeva di sette ponti, di cui due continui, quattro stive e sistemazioni passeggeri suddivise in tre classi, con la possibilità, per il cabotaggio fra Alessandria d’Egitto e Porto Said, di imbarcare quarantaquattro passeggeri da ponte. L’apparato motore era composto, oltre che dai necessari ausiliari, da due motori tipo CRDA-Sulzer, di dieci cilindri ciascuno, nonché da cinque elettrogeni da 225 KW. Fu inoltre dotata di moderni strumenti di navigazione come radar, radiogoniometro, girobussola Sperry, scandaglio a ultrasuoni. E, fra la stiva due e i locali ausiliari, per il diletto degli ospiti, nonché per la prima volta nella storia di una nave passeggeri italiana, di una sala cinematografica da centoventicinque posti. Una novità riguardò anche il Ponte Sole, con la creazione di un sistema di giochi d’acqua all’interno di due padiglioni di vetro. Completavano l’attrezzatura del Lido, un bar con terrazzo, tende, ombrelloni, spazi riservati ai bagni di sole.

Per far fronte all’elevata richiesta di unità per emigranti, alla fine degli anni Quaranta fu costruita la motonave mista Francesco Morosini di 8.525 tsl. Varata il 12 dicembre del 1947, consegnata alla Società Italiana d’Armamento di Venezia il 31 maggio del 1948, compì il suo viaggio inaugurale il 19 giugno di quell’anno, diretta a Buenos Aires. Benché concepita per passeggeri di Classe Economica fu allestita con decoro, laddove la si dotò di buoni impianti igienico-sanitari, sala da pranzo, veranda, bar, piscina.

Il Cantiere fu distrutto dai bombardamenti del 1944. Grazie all’intervento dell’IRI e del Governo Militare Alleato affrontò la seconda ricostruzione della sua storia.

Nel 1948 giunse a Monfalcone, quasi irriconoscibile – dopo aver servito con il nome di Hermitage come nave per il trasporto truppe della U.S. Navy – il Conte Biancamano, glorioso transatlantico degli anni Venti costruito dal cantiere W. Beardmore & Co. Ltd. di Dalmuir per il Lloyd Sabaudo di Genova. Completati i lavori di ammodernamento, il 26 ottobre del 1949 fu dato in gestione alla Società Marittima Nazionale di Roma. Venduto nel 1952 alla Italia S.p.A. di Navigazione di Genova per il trasporto passeggeri lungo la rotta del Nord e Sud America, il 16 agosto del 1960 fu demolito a La Spezia dalla Terrestre Marittima.

Articolo di «Diacronie. Studi di Storia Contemporanea»[1] N° 12, 4| 2012 - Sulle tracce delle idee; pubblicato sotto Licenza Creative Commons (CC BY-NC-ND 2.5), riprodotto secondo le indicazioni dell’Editor ovvero “a patto di citarne l’autore e la fonte originaria, di non modificarne i contenuti e di non usarli per fini commerciali. La citazione di estratti è comunque sempre autorizzata, nei limiti previsti dalla legge”.

di Stefania Elena Carnemolla